Il kung fu
Storia
Le arti marziali cinesi, chiamate in Cina wushu (cinese semplificato: 武术; cinese tradizionale: 武術; pinyin: wǔshù; Wade-Giles: wu3-shu4; da 武 wǔ “spedizione militare, guerra” e 术 shù “arte, metodo, tecnica”) o anche kungfu (cinese: 功夫; pinyin: gōngfu; Wade-Giles: kung-fu; “abilità”, con sottinteso riferimento all'ambito marziale) sono la totalità degli stili e dei metodi delle arti marziali nate in Cina, patrimonio ed eredità della cultura e della tradizione del popolo cinese.
La prima menzione del termine wushu (武术) risale alla dinastia Liang (梁) (502-557) ed è contenuta nella Raccolta letteraria del principe ereditario Zhaoming (昭明太子文选 Zhaoming taizi wenxuan)[1] Nel 1927 con la fondazione della “Palestra Centrale d'Arte Nazionale di Nanchino” (南京中央国术馆 Nanjing zhongyang guoshuguan) si afferma l'espressione guoshu “arte nazionale” (cinese tradizionale: 國術; cinese semplificato: 国术; pinyin: guóshù; Wade-Giles: kuo2-shu4), abbreviazione di Zhōngguó wǔshù
(cinese tradizionale: 中國武術; cinese semplificato: 中国武术) “arti marziali
cinesi”, ancora oggi parzialmente in uso nella Repubblica Cinese (Taiwan).
Riscoperto in epoca Qing (清1644-1911) il vocabolo wushu viene utilizzato nel primo periodo repubblicano (1911-1948) ed adottato definitivamente dalla Repubblica Popolare Cinese nel 1956 con la fondazione della “Associazione Cinese Wushu” (中国武术协会 Zhongguo wushu xiehui).
Ad oggi l'impiego del termine wushu non è ancora universale, causa la
giovane storia mondiale della disciplina e l'uso invalso di altri nomi
per rappresentarla. Tra essi, oltre al già citato guo-shu (pinyin: guóshù) – di uso sempre più limitato – il più diffuso è gongfu (功夫, pinyin: gōngfu; Wade-Giles: kung1-fu) “abilità, maestria”. Pur non essendo sinonimo di arte marziale, il termine gongfu lo è divenuto per estensione, in quanto il “raggiungimento dell'abilità” (xia gongfu 下功夫) è l'obiettivo ultimo e irrinunciabile della pratica dell'arte marziale.
Storia
Nella Cina d'epoca feudale (dinastia Zhou
XI sec.-221a.C.) l'élite dell'esercito era costituita dalla nobiltà
guerriera, addestrata in arti come la guida del cocchio da guerra (yu 御)[2], il tiro con l'arco (she 射) e il maneggio dell'alabarda
(ge 戈), una particolarissima arma d'invenzione cinese la cui importanza
è testimoniata dalla presenza nel lessico. Molte parole riferite
all'ambito bellico hanno infatti per radicale[3]
il carattere ge 戈, compresa la stessa parola wu 武 (guerra, marziale)
che è formata dall'unione dei caratteri “piede” 止 zhi e “alabarda” ge 戈,
ad indicare appunto la spedizione militare.[4]
Ampiamente diffusa in questo periodo era anche la spada
(jian 剑), che negli stati meridionali incarnava spesso significati
magico-sacrali ed era oggetto di profonda ricerca estetica e
tecnologica. Saranno proprio le fornaci meridionali ad imporsi per prime
nella produzione di lame in acciaio con forgiatura ribattuta e tempra.
Anche la lotta xiangpu e il pugilato erano attività popolari tra i
soldati della Cina feudale.
All'inizio dell'epoca Tang (618-907) pare risalire il mito dei bonzi guerrieri di Shàolín-sì (shaolin wuseng 少林武僧). Il documento più antico al riguardo è una stele in pietra datata 728[5] che menziona la partecipazione di alcuni monaci a capo di un'armata nella battaglia di Hulao (虎牢之戰) del 621.
Diversi studiosi orientali ed occidentali non ritengono tuttavia questo
documento sufficiente a comprovare la pratica marziale a Shaolin prima
dell'epoca Ming (1368-1644)[6], per quanto neppure ad escluderla.
Notizie dettagliate sulla varietà e ricchezza dei metodi del
wushu si trovano a partire dal XVI secolo in manuali compilati da
ufficiali dell'esercito Ming, come Yu Dayou[7] 俞大猶 (1503-1580), Qi Jiguang[8] 慼繼光 (1528-1587), Mao Yuanyi[9] 茅元儀 (1594-1640?) o esperti di wushu come Cheng Zongyou[10] 程宗猶 (1561-?).
I monaci guerrieri di Shaolin e la loro abilità nell'arte
marziale, in particolare nel maneggio del bastone, trovano menzione
nelle cronache sulla repressione della pirateria nella regione del
Zhejiang ad opera delle truppe Ming, ma anche in questo caso le notizie
appaiono talvolta contrastanti.
Molti dei sistemi (o “stili” o “scuole” menpai) oggi esistenti
possono esser fatti risalire tra la fine della dinastia Ming e l'inizio
della Qing. Alla fine dell'Ottocento, con l'introduzione delle armi da
fuoco e il rinnovamento dell'esercito cinese, il wushu perde valore in
ambito marziale per acquisirne in ambito ginnico e come tecnica di
autodifesa. Alcuni illustri maestri, prima guardie del corpo ed
istruttori dell'esercito, troveranno impiego quali insegnanti della
neonata borghesia cinese.
Con la nascita della Repubblica Cinese nel 1911 sorgono le prime
scuole pubbliche di wushu e anche la prima “palestra statale” a Nanchino
nel 1928 (Zhongyang Guoshuguan 中央国术馆 zhongyang guoshuguan).
Il wushu è insegnato anche nelle accademie militari e alle forze di
polizia e si tengono le prime competizioni sportive.
Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1948 la Commissione Cinese per l'Educazione Fisica, con lo scopo di creare uno sport dalle radici tipicamente cinesi, crea il wushu, le cui caratteristiche principali sono definite nel 1956 e negli anni successivi.
La diffusione del Wushu nel mondo
I film gongfu di Hong Kong degli anni settanta, in particolare le pellicole dell'attore cinoamericano Bruce Lee,
icona del genere, ebbero un forte impatto sul pubblico occidentale e
stimolarono l'interesse verso il wushu (kungfu), ma la disciplina non
poté incontrare la domanda a causa delle gravi condizioni sociopolitiche
cinesi.[11]
Si diffusero pertanto maggiormente alcuni stili di kung fu grazie a
maestri cinesi emigrati da tempo in Occidente e specialmente negli USA.
Ad Hong Kong grazie al boom di Bruce Lee
aprirono circa 200 scuole per lo più di Hung far e Choy li fut, i due
stili più diffusi. Ma si diffusero soprattutto arti marziali di altri
paesi asiatici, quali Giappone (Judo, Karate, Aikidō) e Corea (Taekwondo).
Il wushu crebbe inizialmente negli USA e in modo marginale in Europa, ad opera di istruttori provenienti da Hong Kong e Taiwan. Negli anni ottanta l'apertura della RPC
portò le prime squadre agonistiche cinesi in tournée in Occidente e
anche la possibilità agli occidentali di frequentare scuole e istituti
cinesi.
Constatato l'interesse che il wushu andava suscitando in tutto il
mondo, dalla metà degli anni '80 le autorità cinesi organizzarono corsi
speciali per stranieri e diedero l'opportunità ad atleti ed insegnanti
cinesi di recarsi all'estero per insegnare. A questa iniziativa seguì la
pubblicazione di una serie di materiali didattici e divulgativi,
cartacei e video, nelle principali lingue occidentali.[6] Nel 1985 si costituì a Bologna la European Wushu Federation (EWF) e nel 1990 nacque a Pechino la International Wushu Federation (IwuF).
Oltre al wushu sportivo, anche il wushu tradizionale conobbe una crescente diffusione e a partire dagli anni '80 mise solide radici oltre che in Asia anche in Occidente, in particolare coi sistemi: Taijiquan, Shaolinquan, Tanglanquan, Baguazhang, Mizongquan, Yingzhaoquan, Tongbeiquan, Bājíquán, Yongchunquan (Wing chun), Baihequan, Hongjiaquan (Hong gar), Cailifuoquan (Choy Lee Fut).
Ad oggi la maggior parte di praticanti e maestri di wushu, sia sportivo
che tradizionale, si trova ancora in Estremo Oriente ma la disciplina è
ormai presente in tutti i continenti.
Leggende
Il
wushu è ricco di leggende e racconti popolari sulla gesta dei maestri e
la creazione degli stili. Tra i più noti quello che vorrebbe il monaco indiano Bodhidharma (cinese Damo 达摩 ) creatore dello Shaolinquan, o l'immortale taoista Zhang Sanfeng 张三丰 creatore del Taijiquan.
Si racconta che Bodhidharma ottenne l'illuminazione dopo nove
anni di meditazione in una grotta presso il monastero di Shaolin. Dopo
anni dalla sua dipartita alcuni monaci rinvennero casualmente in una
parete della grotta uno scrigno con un suo manoscritto nel quale li
istruiva in alcuni esercizi ginnici adatti a rinforzare i loro corpi. I
monaci ne ricevettero grande beneficio e svilupparono in seguito un'arte
marziale grazie alla quale poterono difendersi dai briganti e dalle
belve feroci.[12]
Di Zhang Sanfeng si narra invece che fosse un eremita taoista del monte Wudang 武当山. Una notte sognò l'Imperatore Oscuro e Marziale – dio del monte Wudang – che gli insegnò un pugilato col quale nei giorni seguenti poté uccidere da solo più di cento banditi.[13] Secondo altre versioni invece creò da sé un'arte marziale ispirato dalla visione di un combattimento tra una gru e un serpente.
Entrambi i personaggi, la cui esistenza storica è ancora
dibattuta, non avrebbero in realtà alcun collegamento con l'arte
marziale, come hanno evidenziato numerosi storici a partire da Tang Hao. Neppure il preteso ruolo di alcune comunità religiose, in particolare Shaolin 少林, Wudang 武当 ed E-mei
峨嵋, nella creazione di sistemi di combattimento, avrebbe fondamenti
storici. Gli studiosi del settore sono orientati a ritenere questi
racconti leggende popolari alimentate e perpetuate da una fantasiosa e
copiosa letteratura.
Aspetti tecnici
Il
wushu non è una singola disciplina ma l'insieme dei sistemi marziali
elaborati nei secoli e generalmente denominati quan 拳 (lett. “pugilato”).
La maggior parte di essi prevede sia la pratica a mani nude (quanfa 拳法–
“tecnica pugilistica” o quanshu 拳術 “arte pugilistica”) che con armi.
Le tecniche utilizzate nel combattimento a mani nude sono
raggruppate nelle “quattro tecniche offensive” (siji) 四擊): calciare (ti
踢), colpire con la mano o il braccio (da 打), proiettare (shuai 摔),
eseguire una chiave articolare (na 拿 ).
Oltre alle quattro tecniche principali ne esistono anche altre
come: colpire con la testa (touji 頭擊), con le ginocchia (xizhuang 膝撞),
con spalle, anche, petto o schiena (kaofa 靠法), con la punta delle dita
trafiggendo (zhichuan 指穿) o graffiando come un artiglio (zhuafa 抓法),
ecc.
L'allenamento del wushu è fondato sugli “otto metodi” (bafa 八法),
cioè: braccia (shou 手), occhi (yan 眼), tecnica del corpo (shenfa 身法),
passi e posizioni (bu 步), concentrazione (jingshen 精神), energia/fiato
(qi 氣), forza (li 力), abilità/allenamento (gong 功).
I primi quattro metodi si riferiscono all'uso del corpo (braccia, gambe,
tronco, sguardo); gli altri quattro allo sviluppo delle abilità
psicofisiche necessarie a rendere la tecnica efficace.
Wushu tradizionale
Con
“wushu tradizionale” (传统武術 chuantong wushu) si intende l'insieme dei
sistemi marziali cinesi elaborati e tramandati da maestro ad allievo
sino ai giorni nostri, il cui fine era originariamente l'addestramento
al combattimento a mani e con armi.
Nella società moderna il wushu tradizionale è praticato soprattutto come
metodo salutistico e di ricerca psicofisica, per quanto l'aspetto
marziale sia ancora presente, con gradazioni diverse, in molte scuole.
Suddivisione degli stili
Il
wushu tradizionale è rappresentato da “scuole” o “stili” (menpai 門派),
ognuno dei quali possiede un bagaglio di tecniche a mani nude e con
armi, metodi d'allenamento e conoscenze strategiche proprie, frutto
dell'elaborazione e della trasmissione di generazioni di maestri.
Queste “scuole” sono generalmente denominate quan 拳 (pugno,
pugilato) e in forma sporadica anche men 門 (insegnamento, scuola) o
zhang 掌 (palmo/i), tui 腿 (gamba/e), jiao 腳 (piede/gamba).
All'interno delle singole scuole può esservi un'ulteriore
ramificazione in “stili” (shì 式 o pài 派) o “famiglie” (jia 家 o shì 氏),
dovuta alla determinante influenza di un certo maestro, o della sua
famiglia, nella divulgazione dell'arte.
Negli ultimi secoli gli storici cinesi hanno tentato di
suddividere le diverse scuole sulla base delle affinità tecniche. Alla
fine dell'ultima dinastia, e ancor più in periodo repubblicano, con la
diffusione della stampa di settore si sono affermati due modelli: uno
basato sulla locazione geografica nord/sud, uno sulla differenza tecnica
interno/esterno.
Stili del nord e stili del sud
La
suddivisione del wushu in “stili del nord e stili del sud” (nanbeiquan
南北拳) prende spunto da una presunta differenza tecnica tra le scuole
settentrionali (a nord del Fiume Azzurro),
caratterizzate da movimenti ampi e fluidi, posizioni basse e larghe,
frequente uso dei calci e dei salti, rispetto a quelle meridionali,
caratterizzate invece da tecniche corte e potenti, posizioni alte e
strette, uso ridotto dei calci e dei salti, intenso utilizzo delle
braccia. Di qui il detto “calci al nord, pugni al sud” (Nanquan Beitui,
南拳北腿).
Inoltre i due stili differiscono dal modo in cui i colpi vengono
eseguiti: i pugni dello stile del nord sono sempre leggermente
richiamati, mentre quelli dello stile del sud rimangono della posizione
dove colpiscono fino al momento di cambiare colpo.
Questa tesi, pur avvalorata da alcuni esempi (Shaolinquan,
Huaquan, per gli stili del nord, Baihequan, Wuzuquan per gli stili del
sud) risulta contraddetta da altri (Baguazhang, Xingyiquan per gli stili
del nord, Cailifoquan, Hung gar per quelli del sud).
Storicamente, alla luce della straordinaria mobilità di genti e
idee che hanno attraversato la Cina nei secoli, ha infatti poco senso
parlare di “stili del nord e stili del sud”, a meno che non ci si
riferisca solo ed unicamente a quegli stili che effettivamente rientrano
nelle caratteristiche sopracitate.
Stili interni e stili esterni
Lo stesso argomento in dettaglio: Arti marziali interne ed esterne.
La suddivisione del wushu in “scuole interne” (neijia 内家) e “scuole
esterne” (waijia 外家) nasce probabilmente alla fine dell'Ottocento in
seno ai circoli marzialisti della capitale e prende spunto dall'epitaffio per Wang Zhengnan (Wang Zhengnan muzhiming 王征南墓志铭), scritto nel 1669 dal letterato confuciano Huang Zongxi 黄宗羲 (1610-1695).
Nel testo si evidenziava una differenza sostanziale tra la
tecnica di Shaolin detta “scuola esterna”, che si affida all'attacco
impetuoso e travolgente, e quella del maestro Wang Zhengnan 王征南 (1616-1669), detta “scuola interna”, che privilegia la difesa, le proiezioni e i colpi ai punti vitali.
In seguito è divenuto comune considerare “interni” stili come
taijiquan, xinyiquan e baguazhang ed “esterni” stili come shaolinquan,
fanziquan, chuojiao, ecc. In verità i confini tra le due scuole sono
molto relativi, per quanto sia evidente la fondamentale importanza
attribuita “all'esercizio interno” (neigong 内功) negli stili interni,
tanto da integrarlo in maniera indissolubile alla tecnica marziale,
mentre negli stili esterni è spesso una componente separata
dell'allenamento.
Wushu sportivo
Con "wushu nazionale standard" ( 国标武术 guobiao wushu ) si intende la disciplina sportiva formulata negli anni cinquanta dalla Commissione per lo Sport della Repubblica Popolare Cinese sulle basi del wushu tradizionale
ed insegnata negli istituti di educazione fisica e nelle scuole dello
sport cinesi. Il wushu standard si divide in due settori: forme (套路 taolu) e combattimento libero (散打 sanda).
Forme
Con forme si intendono esercizi costituiti da sequenze (套路 taolu) di movimenti concatenati. Sono presenti in molti sistemi di wushu tradizionale ed anche nel wushu standard, ove costituiscono anche un evento competitivo. Le forme possono essere a mano nuda (拳术套路 quanshu taolu) o con attrezzi (armi) (器械套路 qixie taolu).
Stili interni
Taijiquan
Il Taiji o Tai Chi, abbreviazione di Taijiquan o Taichichuan (太極拳T, 太极拳S, pugilato della suprema polarità
) è uno stile delle arti marziali cinesi molto famoso, conosciuto come
tecnica di combattimento, ginnastica e medicina preventiva ed è una
delle tre principali scuole "Nèijiā" assieme a Xingyiquan e Baguazhang. Si fa risalire la sua creazione a Chen Wang Ting (陈王廷) nella la dinastia Ming, il quale avrebbe creato il suo stile assorbendo caratteristiche di altri, in particolare il Changquan, teorie mediche, antichi esercizi e adattando i movimenti alla filosofia dell'Yijing.
È caratterizzato da movimenti a spirale e molta teoria e filosofia di
base. Molto importanti sono i vari pugni e colpi di palmo e le Kamae.
Possiede diversi stili ed è noto anche per la sua utilità per la salute
in ambito neurologico, dell'equilibrio, della flessibilità, e del
funzionamento cardiovascolare.
Wing Chun
Il Wing Chun (永春, Eterna Primavera-vengono
anche utilizzati altri ideogrammi con lo stesso suono: 咏春 e 泳春),
abbreviazione di Wing Chun Quan (in cantonese Wing Chun Kuen)(永春拳, Pugilato dell'Eterna Primavera), è uno stile di kung-fu derivato dallo Shaolinquan.
La tradizione lo vede originato dalla monaca buddhista Ng Mui (五枚 o 五梅,
Wu Mei in pinyin) che, sfuggita alla distruzione del monastero di
Shaolin e rifugiata sul monte Qixiashan (棲霞山), insegnò delle tecniche di
combattimento a una ragazza, Yan Yongchun (嚴詠春, in cantonese Yim Wing
Chun), che le permisero di sfidare e sconfiggere un signorotto locale
che voleva costringerla a sposarlo. Contempla tutti i tipi di pugni sia a
corto che a lungo raggio, con uso dinamico delle braccia per scaricare
potenza da qualsiasi posizione, tuttavia nell'immaginario collettivo
sono tipici i pugni a catena. I calci sono solitamente medio-bassi, ma
non sono contemplati calci "volanti" o "girati", come accade in altre
arti marziali. I cosiddetti "otto calci del Wing Chun" sono impiegati
sia per offendere sia per parare. Di solito, nel combattimento, i calci
vengono impiegati contemporaneamente ai pugni, ed hanno la funzione di
colpire e rompere le articolazioni o provocare traumi in punti
sensibili.
Xingyiquan
Lo Xingyiquan (形意拳, pugilato della mente libera) è uno stile di arti marziali cinesi ed è una delle tre principali scuole "Nèijiā" assieme a Taijiquan e Baguazhang. Si tramanda che sia stato concepito da Ji Jike (姬际可) alla fine della dinastia Ming. Utilizza in particolar modo movimenti frontali e colpi diretti.
Baguazhang
Il Baguazhang (八卦掌, palmo degli 8 trigrammi) è uno degli stili fondamentali delle scuole interne del Kung-fu insieme al Taijiquan ed allo Xingyiquan. Sembra derivare dalla combinazione delle vecchie tecniche di combattimento di Erlangquan e di Luohanquan con gli esercizi respiratori e meditativi dei monaci taoisti
e nessuno conosce con esattezza chi lo abbia creato. La struttura del
Baguazhang è basata sulla cosmologia taoista ed in particolare sul Yijing
(per questo le tecniche del Baguazhang sono suddivise in gruppi di 8) e
alla base vi sono svariati movimenti del palmo della mano e movimenti
circolari.
Liuhebafaquan
Stili esterni
Shaolinquan
Lo Shaolinquan
(少林拳S, "Pugilato della Giovane Foresta") è uno stile delle arti
marziali cinesi ideato dai monaci buddisti del Monastero di Shaolin.
Oltre ad essere considerato uno dei più efficaci e antichi stili delle
arti marziali asiatiche, ne è ritenuto il progenitore. La nascita
ufficiale dello Shaolinquan si fa risalire al monaco Bodhidharma (菩提达摩) nel monastero Shaolin sulle montagne Songshan
(540 d.C. circa). Si possono distinguere due stili: uno del Nord e uno
del Sud, a loro volta divisi in varie scuole. Il principio fondamentale
dello Shaolinquan è riuscire a passare da una tecnica a un'altra,
dall'attacco alla difesa. Il risultato è uno stile dirompente ma fluido,
in cui le tecniche non vengono interrotte, ma si susseguono. Lo
Shaolinquan comprende svariate tecniche di attacco: pugni, colpi a mano
aperta e di gomito; calci a terra e calci volanti. Lo stile del Nord
predilige un maggior uso delle gambe, mentre lo stile del Sud a parte
delle tecniche sull'uso del pugno e degli arti superiori. Le tecniche di
parata sono fondamentali, in quanto vengono considerate come veri e
propri colpi. Numerose sono anche le tecniche di caduta, onde avere il
minor danno possibile quando si cade o si viene proiettati (Ditangquan). Uno degli aspetti più importanti dello Shaolin è lo studio delle tecniche di presa, leva, immobilizzazione e strangolamento (Qinna). Tra le armi usate importante il bastone.
Wutao
Choy Lee Fut, Cailifo
(Cinese:
蔡李佛) stile ideato da Chan Heung nel 1836 dalla sintesi degli stili di
kung fu che imparò in gioventù da 3 grandi maestri. Lo stile è composto
da innumerevoli forme, sia a mani nude che con le armi. Lo stile è
caratterizzato da movimenti ampi e veloci di braccia che mirano al
colpire senza tregua uno o più avversari durante un combattimento.
Bājíquán
Il Bajiquan (八極拳T, 八极拳S, Bājíquán, letteralmente pugilato degli otto estremi),
abbreviazione di Kaimen Bajiquan (开门八极拳 Bajiquan dell'apertura della
porta) è uno stile di arti marziali cinesi "conosciuto per la sua
pienezza della forza, la sua semplicità e le sue tecniche di
combattimento". Il nome Kaimen Bajiquan è dovuto al fatto che questo
stile utilizza sei modalità per penetrare la guardia dell'avversario. È
caratterizzato da posizioni basse, calci bassi e colpi portati tramite
la cosiddetta "forza esplosiva", prodotta attraverso una specifica
biomeccanica dei movimenti e stimolata attraverso la respirazione. È ora
lo stile praticato ufficialmente dai militari dell'esercito cinese e
infatti un antico detto paragona il Taijiquan ed il Bājíquán: 文有太极安天下,武有八极定乾坤 (I colti hanno il Taiji per essere in pace sotto il cielo, i militari hanno il Baji per rendere tranquillo l'universo).
Fanziquan
Il Fanziquan
(翻子拳), o Fanquan (翻拳), è uno stile di arti marziali cinesi. Secondo la
tradizione sarebbe stato inventato da un personaggio sconosciuto e poi
stato trasmesso nel clan Duan (段氏) in Hebei. La mescolanza con altri
stili che ha fortemente caratterizzato questa scuola, ne rende difficile
una descrizione univoca e spesso porta confusione sulle sue origini
storiche.
Hongjia
(Cinese:
洪家, pinyin: Hóngjiā). Stile ampiamente conosciuto per via della sua
efficacia nel combattimento e nel rafforzamento del corpo del
praticante. È uno stile duro, basato molto sul wu hsing shaolin ch'uan.
Meihuaquan
(Cinese: 梅花拳, Pinyin: Meihuaquan)
Stile del fiore di pruno.
Hongquan
(Cinese: 红拳, 洪拳, 鸿拳, Pinyin: Hongquan)
Baimeiquan
(Cinese:
白眉拳, Pinyin: Baimeiquan). Stile taoista del sopracciglio bianco,
leggendariamente fondato e praticato da colui che avrebbe tradito il
monastero di Shaolin, il monaco Pak Mei.
Tongbeiquan
(Cinese: 通背拳, Pinyin: Tongbeiquan)
Lanshoumen
(Cinese: 拦手门, Pinyin: Lanshoumen)
Sanhuang Paochui
(Cinese: 三皇炮捶, Pinyin: Sanhuang Paochui)
Bafaquan
(Cinese: 八法拳, Pinyin: Bafaquan)
Mingtangquan
(Cinese: 明堂拳, Pinyin: Mingtangquan)
Mizongquan
(Cinese: 迷踪拳, Pinyin: Mizongquan)
Sunbinquan
(Cinese: 孙宾拳, Pinyin: Sunbinquan)
Rougongmen
(Cinese: 柔功门, Pinyin: Rougongmen)
Kejiaquan
(Cinese: 客家拳, Pinyin: Kejiaquan)
Yingmenquan
(Cinese: 硬门拳, Pinyin: Yingmenquan)
Feihuquan
(Cinese: 飞虎拳, Pinyin: Feihuquan)
Goujiaquan
(Cinese: 勾枷拳, Pinyin: Goujiaquan) stile utilizzato per contendersi il cibo tra persone di poco valore.
Stili imitativi
(Cinese: 象形拳, Pinyin: Xiangxingquan)
Ditangquan
(Cinese: 地躺拳, Pinyin: DItangquan). Boxe del tappeto o Boxe a terra. Caratterizzata da varie tecniche di caduta.
Houquan
(Cinese: 猴拳, Pinyin: Houquan). Boxe della scimmia.
Heihuquan
(Cinese: 黑虎拳, Pinyin: Heihuquan). Boxe della tigre nera.
Huquan
(Cinese: 虎拳, Pinyin: Huquan). Boxe della tigre.
Longquan
(Cinese: 龙拳, Pinyin: Longquan). Boxe del drago.
Shequan
(Cinese: 蛇拳, Pinyin: Shéquán). Boxe del serpente.
Niuquan
(Cinese: 牛拳, Pinyin: Niúquán). Boxe del Bue.
Bailongquan
(Cinese: 白龙拳, Pinyin: Bailongquan, Wade-Giles: Pai lung Ch'üan). Boxe del Drago Bianco.
Tanglangquan
(Cinese: 螳螂拳, Pinyin: Tánglángquán, Wade-Giles: Tang Lang Ch'üan). Boxe della mantide religiosa.
Tanglonghushi
(Cinese: 螳螂虎式, Pinyin: Tángláng hǔ shì). Stile della tigre e della mantide religiosa.
Yingzhaoquan
(Cinese: 鷹爪拳, Pinyin: yīng zhǎo quán, Wade-Giles: Ying Jow Pai Ch'üan). Boxe dell'artiglio dell'aquila.
Zuijiuquan
(Cinese: 醉酒拳, Pinyin: Zuijiuquan). Boxe dell'ubriaco.
Da Sheng Pi Gua Men
(Cinese: 大聖劈掛門, Pinyin: Dà shèng pī guà mén, Wade-Giles: Tai Shing Pek Kwar). Boxe della scimmia.
Hung Gar
(Cinese:洪家拳,Pinyin:Hongjiaquan). Stile della tigre e della gru.
Wushu moderno sportivo
Il Wushu moderno sportivo è stato sport dimostrativo alle Olimpiadi del 2000. Alle Olimpiadi di Pechino del 2008
si è tenuta una competizione di Wushu ma non è stato uno dei 28 sport
ufficiali. Il Wushu moderno può essere suddiviso in 2 rami principali
detti Taolu e Sanda. Con Taolu si indicano delle sequenze di movimenti
codificate e concatenate nelle cosiddette "forme", mentre con il termine
Sanda o Sanshou si indica il combattimento.
Taolu
Le sequenze di movimenti seguono i principi di diversi metodi e stili, e possono essere a mano nuda o con attrezzi ed armi.
Chang Quan
(Cinese
tradizionale: 長拳, Cinese semplificato: 长拳, Pinyin: Cháng quán)
letteralmente 长 Chang = lungo, 拳 Quan = pugno. L'origine del Changquan
si fa risalire all'imperatore Song Taizu e le sue tecniche si trovano
descritte nel trattato, sugli stili del Wushu, del Generale Qi Jiguang.
In epoca moderna il Changquan è diventato la disciplina nazionale più diffusa, seconda solo al Taijiquan, e la sua tecnica è stata codificata in forme chiamate Taolu.
La particolarità principale del Changquan è costituita dai gesti ampi e
distesi, con movimenti agili e rapidi nei quali la mano si allunga per
attaccare a distanza. Il passo è veloce, il salto elevato, le sequenze
di movimenti caratterizzate da un ritmo vivace ma variato, dove alla
velocità si alternano lentezza ed alcune pause.
Le posizioni statiche sono molto solide, i ritmi chiaramente
definiti e i colpi molto precisi e le doti acrobatiche degli atleti sono
molto evidenziate.
Attraverso gli esercizi si accresce la forza, la velocità,
l'agilità, la flessibilità e la resistenza, viene stimolato lo sviluppo
fisico, ci si addestra nella tecnica di difesa e di attacco.
Lo studio del Changquan include anche la conoscenza delle 4 armi
di base: il bastone e la lancia - armi lunghe; la spada e la sciabola -
armi corte.
Nanquan
(Cinese:
南拳 Pinyin: Nán quan) traducibile in 南 Nan = sud, 拳 Quan = pugno.
Il termine 南拳 Nánquán indica l'insieme di stili delle arti marziali
cinesi che si sono originati e sviluppati a sud del fiume Yangtze, che
conobbe una grande diffusione intorno al 1960.
Il Nanquan
contemporaneo è uno stile moderno, creato durante la grande rivoluzione
culturale, derivato da alcuni degli stili più diffusi della regione del
Guangdong, del Guangxi, del Fujian e dello Zhejiang fuse ad alcuni
aspetti dei metodi di famiglie tradizionali come Hong, Li, Liu, Mo e
Cai.
La forza dei movimenti deriva da posizioni ristrette e stabili in
cui le rotazioni rapidissime della vita generano una serie di movimenti
veloci, forti e repentini delle braccia predilette alle tecniche di
gambe, al punto che in Cina è popolare il detto Nanquan Beitui (pugni al Sud e calci al Nord).
Il Nanquan è comunque caratterizzato nella sua pratica ed
espressione da una ricca serie di fondamentali, gesti tecnici e gruppi
di movimenti inconfondibili, sebbene nelle forma da competizione libere
attualmente si vada perdendo alcuni di questi aspetti per guadagnare
nelle prestazioni atletiche e nell'estetica più fine ed aggraziata.
Inconfondibile rimane comunque l'utilizzo delle mani e delle dita
(Shou fa, Zhi fa) e la postura durante l'esecuzione delle tecniche di
pugno.
Le caratteristiche peculiari e distintive del Nánquán consistono
in movimenti e tecniche veloci, potenti, ferme e decise, con posizioni
statiche e spostamenti solidi e repentini ma allo stesso tempo agili, e
rispetto all'eleganza ed alla leziosità degli stili del Nord, esprime
grande forza e vigore, espresso anche attraverso urla, dette fasheng,
che rappresenta o riproduce le caratteristiche di animali, aspetto
interpretabile come il predecessore del “kiai” caratteristico delle Arti
Marziali nipponiche e coreane.
Anche il Nanquan prevede l'utilizzo di molteplici armi, come la sciabola del Sud - Nandao 南刀, ed il bastone del Sud - Nangun
南棍, diverse dalle armi del Nord sia nell'aspetto sia nel maneggio e
nell'esecuzione tecnica dei fondamentali; anche le armi sono incluse
nelle forme prestabilite (taolu) durante le competizioni ufficiali.
Le armi
Lo stesso argomento in dettaglio: Lista di armi tradizionali cinesi.
Nelle arti marziali cinesi l'uso delle armi si è sviluppato parallelamente alla pratica a mani nude.
Nel Wushu moderno le armi fondamentali sono:
- la sciabola (Cinese: 刀; Pinyin: Dao);
- il bastone (Cinese: 棍; Pinyin: Gun);
- la spada (Cinese: 劍; Pinyin: Jian);
- la lancia (Cinese: 槍; Pinyin: Qiang).
Sanda
Con sanda 散打 o sanshou 散手 (combattimento libero) si intende il combattimento libero a mani nude nato e sviluppatosi in seno alle arti marziali cinesi.
Tradizionalmente le norme dell'incontro venivano concordate dai
contendenti o stabilite da una commissione arbitrale formata da maestri
di chiara fama. Per quanto fosse consentita una vasta gamma di tecniche
d'attacco e difesa, alcune erano generalmente vietate, es.: lotta a
terra, strangolamento o colpi agli occhi, alla gola, ai genitali, ecc.
Nel 1982
il sanda 散打 diviene ufficialmente la disciplina da combattimento del
wushu standard nazionale (guobiao wushu 国标武术), regolata da precise norme
sportive (wushu sanshou jingsai guize 武术散手竞赛规则 – “regolamento di gara
del combattimento libero del wushu”).
I due termini sanshou 散手 e sanda 散打 sono dunque sinonimi
intercambiabili nella percezione cinese. Sanshou 散手 è tuttavia usato
anche per indicare il combattimento libero in ogni sua forma, mentre
sanda 散打 è impiegato prevalentemente in ambito sportivo.